martedì 24 novembre 2009

Devin Towsend Project - Ki (Recensione farcita da tanta sindrome dell'evangelista)

Ho appena letto il primo post di Giulia, la quale per inciso è qui accanto a me priva di sensi che ancora una volta si è addormentata con la faccia nel portatile, e mi sono resa conto di quanto la pretenziosità di quella donna la porti a non considerare la matrice didascalica di questo neonato blogghino.
Voglio dire; il suo operato è meraviglioso, ma in che modo pensa di approcciarsi al grande pubblico parlando di Douglas Pearce e Boyd Rice come se stesse citando Pippo Baudo?
'Catroja, bisogna insegnargli tutto, a questi giovini, che manco sanno ridimensionare un'immagine con paint, per giunta.

Così io mi calo nella mia aspirazione di vate della musicaganzissima(r) e vi metto le carte in tavola con un rimando più casual, tante volte qualche non addetto ai lavori capitasse per sbaglio tra queste scartoffie (come, ad esempio, tutti gli amici neofolkers di Giulia che traboccano di informazione sulla sottocultura e poi non sanno neanche chi cantava negli ac/dc - ogni rimando a persone o cose realmente esistite è da considerarsi puramente casuale).

E mò io recensisco.

Era scontato, che la prima recensione che avrei cagato fuori per questo progettino ancora agli albori sarebbe stata a proposito di uno dei miei supermiti indiscussi.
E visto che per 3/4 sono morti di overdose/spariti in Cambogia/invalidati per obesità (e recensire un qualsiasi album del 1979 mi pareva operazione sterile), mi butto su un personaggio che pare di cose da dire ne abbia ancora qualcuna.

Ok, partiamo dal presupposto che lo amo, lo sposerei nonostante l'estetica discutibile e tutto ciò che esce dai suoi emisferi cerebrali mi giunge ad occhi e orecchiA come oro colato.

Devo raccontare a qualcuno chi è Devin Townsend o chi vive nell'onta di non sapere di chi sto parlando ha voglia di andare immediatamente a cospargersi il capo di ceneri su una qualsiasi wikipedia o ancora meglio su www.hevydevy.com?

Compromesso: io vi do la mia versione dei fatti in chiave riassuntiva e assolutamente non oggettiva tarata dalla mia divinazione nei suoi confronti, e voi andate per contro a farvi un'idea tramite qualche canale più categorico.

Devin Townsend è un cazzo di genio canadese di trentasette anni completamente fuori di cervello.
Per 'fuori di cervello' non intendo semplicemente il solito factotum musicale che vomita progetti su progetti skippando da un genere all'altro come se stesse bevendo il caffè e l'ammazzacaffè, ma ritengo di poter intuire che quell'uomo abbia veramente qualcosa di molto 'ex generis' che gli ronza in testa.
Breve excursus musicale: E' gli Strapping Young Lad, generalmente classificati come death industrial melodic canadian sarcazzo METAL ma realmente non includibili in nessuna classificazione se non una delle band che meglio ha coniugato una violenza sonora inaudita con delle intuizioni concettuali e musicali molto oltre la noiosetta media propinata dal genere.
E' altri sei milioni di gruppi dal 1996 ad oggi, dalla melodica e sperimentale Devin Townsend Band, ai Punky Bruster degli albori (COOKED ON PHONICS è un concept semplicemente geniale che narra di un gruppo death che si da al punk per soldi, che fa vomitare dal naso dal ridere e riesce a spaccare anche discretamente il culo in materia di pàncròc), ai progetti solisti più svariati, su cui non mi addentrerò per evitare di fare le sei a tessere le lodi di Ziltoid The Omniscient come tutti costoro che nella loro vita hanno recensito almeno una volta qualsiasi produzione dell'ottimo Dev.

Nel 2005 mi imbattei in un concerto degli Strapping durante il Gods of Metal; Devin sfoggiava ancora la sua mise da ospite del cottolengo con lunga chioma rossiccia appallottolata in simil dreadlocks laterali laddove il centro della testa denotava l'imperare dell'alopecia androgenetica, e Dio mi fulmini per essere stata una stolida bambina con manie di Losangelismo ed aver guardato spezzoni di concerto da lontano ricoprendo la band di improperi impellente di passare ai concerti mainstream della rassegna.

L'orrendo 2005 - però ci si divertiva tanto

Mangiandomi le mani fino agli avambracci per aver perso in questo modo increscioso forse l'ultima occasione di godere degli SYL dal vivo, pian pianino ho acquisito una coscienza musicale decente e mi sono accorta della potenza di questo personaggio. Mi sono approcciata alla sua discografia ed ho notato una cosa: è un cazzo di egocentrico disturbato mentale.
E ciò è bellissimo.
Moltissimi testi sono palesemente autoreferenziati ad una non indifferente rosa di disturbi della personalità, sia nelle sue manifestazioni drammatiche che in quelle demenziali; e conseguentemente la musica, che passando attraversando death, prog, ambient, siparietti da circo & molto altro ancora segue il fil rouge dell'ansia e del nervosismo, according to una voce pazzesca che si stira tra growling che fanno sbiancare il metalcore e parti melodiche capaci di far emozionare anche un seguace di Burzum qualsiasi.
Perchè in tutto questo Dev, oltre a essere un pò un mostro esteticamente è anche un mostro di musicista, ha una voce me-ra-vi-glio-sa che sa Dio come cazzo sa usare ed è pure un gran bel chitarrista, senza contare che è polistrumentista e suona il 90% della roba che sentiamo nelle sue produzioni.
E fa pure il produttore.

La parentesi riassuntiva si è già trasformata in un papiro.

Facciamo dunque rewind ai giorni nostri, col ritorno sulle piazze di Devin fermo da un pò per motivi introspettivi X; esteticamente si è ripulito e posa placido in fotografie a metà fra il minimalismo e la ridondanza degli orpelli sci-fi che ci ha propinato più di una volta.

E caga fuori questo fantomatico 'Ki'.
Dalla regia ci dicono che è il primo capitolo di una serie di quattro, suddivisi per aree semantiche, dove il primo è introspezione, il secondo è demenza, il terzo è metallo e il quarto è ambient (cito il suo blog, eh).
Ancora una volta sento puzza di autobiografia.
La cosa che mi ha colpita di più è di come oltre ad essersi ripulito di una chioma imbarazzante si sia ripulito anche nei suoni. Continua a propinarci una resa finale a metà la lo strazio più totale e la dolcezza di un bambino, ma cambia i mezzi.
Noto che manca tutto quell'ambaradan di effetti, fischi, fruscii e altri copia&incolla da film dell'orrore vari che rendeva d'impatto molte delle sue cosucce precedenti.
Se ne esce con un mix di acustici melodici che rasentano l'ambient e distorsioni alte come mille lire messe di traverso, eguagliandosi con una voce a tratti tetra e malefica e a tratti simile ad una ninna nanna.
Non c'è mezza nota di Heavy Metal e l'andazzo del disco è di una tranquillità devastante, seppur sempre connotato dall'ansia di fondo.
Credo che i chiodomuniti fanatici della brutalità strappinghiana potrebbero schifarsi davanti a questa strana roba, ma io me lo godo infinitamente perchè ancora una volta Devin è riuscito a fare qualcosa di completamente esterno a tutto il resto della musica conosciuta. Che mi pare abbastanza per chinargli il capo innanzi.
Personalmente, metto la stellina su due brani: Disruptr, dalle tinte chiare quanto un viaggio in una catacomba e connotata di un mordente che forse manca un pò ad altri brani e Trainfire, un bluesettino semigioviale anch'esso spennellato della cosa più nera che vi viene in mente.
Alla fine dei giochi, punteggio pieno perchè è Devin Townsend e alla luce di una conoscenza approfondita del suo operato dico 'CAZZO' ancora una volta, ma non è assolutamente un disco Pret a Porter per tutte le occasioni, e gioca bene il ruolo di ascolto selezionato o prima di andare a letto o come calmante dopo liti violentissime con versamento di sangue e lacrime.
Sono proprio curiosa di vedere come andrà ad evolversi il continuo della serie che ci ha preannunciato negli interventi malati sul suo sitarello.
Vi lascio l'unico brano allegro del disco di cui vi ho parlato pocanzi per convincervi che questo disco potrebbe persino essere divertente.

DEVIN TOWNSEND PROJECT - TRAINFIRE



Comunque, mi piace talmente tanto che ogni tanto guardo le sue foto e riesco quasi a vederlo bello.

4 commenti:

  1. dovete recensire il filone prog bulgaro dal '74 in poi o la scena chernobyl-ambient post-atomica senno' non vi leggo piu'.

    oppure questo: http://www.italianprog.com/pictures/alphataurus1.jpg

    tanto ammore

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  2. E basto' il disegnino di Gnubby al Gozzovmetal per farmi iscrivere al feed di questo blog.

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  3. Questo blog mi pare veramente interessante, potrei anche darci un occhio ma non ho capito ancora se per le vignette o per i video da Youtube. (ah, che sommo umorista sono)

    Purtroppo il buon Devin non mi ha mai sconfiferato parecchio, eccetto con gli Strapping Young Lad dal vivo. Vedere Gene Hoglan suonare è un'esperienza. (senza aggettivi, apposta)
    a presto giovini ...

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  4. Townsend é un cazzo di genio uno e trino, anche Addicted spacca abbondantemente gli ani.

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