martedì 24 novembre 2009

Niente di nuovo sul fronte occidentale: ovvero, perchè ho la vaga impressione che Douglas P. ci stia prendendo per il culo

Vi siete mai presi la briga di gettare un occhio alla discografia ufficiale presente sul sito deathinjune.net? Trent'anni di carriera: TRE PAGINE. Una decade per pagina. Una scroll-bar ridotta ai minimi termini. L'uso ed abuso della parola "REISSUE" è secondo solo al leit motiv "tod".
Ma tutto sommato non c'è nulla di cui preoccuparsi oltremodo fino alla parte dedicata all'anno del signore 2007, durante il quale i nostri mettono in commercio un ben chiaro segno di squilibrio mentale.
Il 1987 è stato un anno glorioso per il folk apocalittico. Escono Crowleymass, Against the modern world, durante una mite mattinata di Maggio nasce la sottoscritta. E la poetica di Pearce tocca uno dei suoi massimi vertici, Brown Book. E in effetti è legittimo celebrarne i vent'anni di vita ed innumerevoli ascolti, ma, diamine... cosa mi sta a significare un BOX IN PIETRA?
Due dischi di sublimi ripescaggi contenuti in una specie di freesbe granitico con su inciso il Totenkopf di rito. Vabbene. Buttiamo giù questo delirio di onnipotenza dal peso specifico di 2655 kg al metro cubo. Compriamolo, persino.
Del resto abbiamo ancora le orecchie consumate da Free Tibet, uscito l'anno precedente.
Viene il 2008: vacche magre.
Viene ristampato lo splendido Heaven Sent (titolo elegantemente glissato in questa nuova edizione, che viene pubblicata a nome "Death in June & Boyd Rice" anzichè Scorpion Wind, non si sa mai che a qualcuno possa sorgere qualche dubbio al momento dell'acquisto), due live (uno dei Crisis), All Pigs must die, Kapo!, gli extra di The world that summer e, in caso vi fossero rimaste due monetine da cozzare l'una contro l'altra, un ameno dischetto di cover sul quale è bene sorvolare - o forse passarci sopra col panzer, per rimanere in tema.
Ah, già. Stavo quasi dimenticando quell'apologia del superfluo, quel concentrato di inutilità che è The Rule of Thirds - se lo stavo dimenticando, del resto, un motivo c'è. Che non può dirsi propriamente brutto, ma ho visto certi autistici dondolare con più varietà di quanta non se ne trovi in questo disco.
Giusto per cominciare bene il 2009, ristampano Lesson one: Misanthropy, una raccolta del 1986, che, in caso a qualcuno interessasse, si trova su Discogs ad una ventina di euro. Prendi tre e paghi uno: trovi anche un reperto video della memorabile reunion (RE!) della formazione originale girato con una qualità video talmente bassa che solo Boyd Rice poteva esserne capace. E ai primi 2000 stronzi, una toppa con le insegne (versione 1943, la rarità nella rarità della rarità) della 3rd SS Panzer Division Totenkopf, per attopparvici la mimetica ed andare a rimorchiare le fie brown & grey area allo Shelter.
Oh, pure la carta del booklet è riciclata.
Poi c'è un'altra riedizione remasterizzata re-tutto di Brown Book, "Braun Buch Zwei", che di distacca da quella di due anni prima in ASSOLUTAMENTE NIENTE, se non il fatto che se non sai il tedesco e neanche lo intuisci, sulle prime non ti senti così preso per il culo.
Giusto per non rischiare di confondere le coordinate ai fan pubblicando qualcosa di nuovo, si bissa il live "Black Angel", stavolta in picture disc.

Ma va bene. Del resto sempre di dischi e dvd si tratta, dopo la stele di rosetta del neofolk propinataci nel 2007 tutto appare estremamente normale.
E la mia vita prosegue tranquilla fino a stamattina, quando, dopo aver fatto una serie di cose intelligenti quali ponderare l'idea di unirmi alla Partridge Family, m'imbatto nella pagina facebook del mio gruppo del cuore, ovverosia i Death In June.
E cosa vedo? In data 17 Novembre si annuncia che la Neuropa Records riceve i pre-ordini per il doppio SYMBOLS & CLOUDS.
I polpastrelli delle mie dita s'animano di volontà autonoma e mi costringono a lasciare seduta stante il commento: "ANOTHER BOX?!", poi apro il link in questione.
Il materiale squisitamente musicale non mi sconvolge più del dovuto, si tratta di un minestrone del periodo "But what ends when the symbols shatter?" e "Roseclouds of holocaust", più un secondo disco di rimaneggiamenti in salsa "totenpop" (?) di quindici pezzi del periodo e bona.
Ma il corollario, oh, il corollario... è talmente assurdo che credo dovrò procedere per punti. Non posso affrontare tutto questo in una volta sola

a) Nel 1979 qualcuno si stupì del fatto che John Lydon avesse cacciato i tre 12'' componenti il leggendario Metal Box dentro una (coerente) pizza di metallo.
Nel 2009 qualcuno (io) strabuzza gli occhi davanti alla pacchianata che mi trovo innanzi. Ma qui siamo oltre. Oltre tutte le droghe che poteva aver assunto Lydon, oltre la pietra che celava la ristampa di Brown Book nel 2007, oltre il buon gusto.
Immaginatevi una croce celtica (ivi battezzata "Euro Cross") al centro della quale, al posto dell'intersecarsi dei bracci, trovate il faccione di Douglas che digrigna i denti dietro la maschera. Il tutto in stealite e un altro tipo di marmo che non sono ben riuscita ad definire.
Ma dio santissimo, che ci devo fare con 'sta roba, ascoltarla o sostituire il pavimento del bagno degli ospiti? Ma cosa c'hanno, una convenzione con Edil Marmi di Pietrasanta?

b) Una toppa camouflage per intopparvici il doppiopetto (sulla mimetica non spicca abbastanza) ed andare a rimorchiare le fie brown&grey area allo Shelter

c) Quattro information cards (????) con rarissime foto dell'epoca (tipo: Tibet e Rose McDowall vanno in lavanderia) da mostrare alle fie brown&grey area rimorchiate allo Shelter, versione brown&grey area della più prosaica collezione di francobolli

d) QUATTRO CAZZO DI CIONDOLI A FORMA DI RUNA da regalare alle fie brown&grey area rimorchiate allo Shelter

Bello, eh? Tutto 'sto ambaradan è riservato alle venti carte di credito più veloci del west, per la modica cifra di OTTANTA EURO - ai quali aggiungere i 12 euro di entrata allo Shelter, nel caso aveste ponderato la prospettiva di rimediare il materiale necessario al rimorchio di fie brown&grey area.
L'unica conclusione alla quale la mia giovane mente riesce ad approdare è che Douglas abbia un disperato bisogno di soldi. La cassiera del Tesco deve avergli detto che la carta di credito risponde "Heilige tod!" al tentativo di pagamento.

PS. Chiaramente essendo io talmente sconsiderata da aver speso un centinaio di euro per trasformarmi in una specie di bovino neofolk marchiandomi l'avambraccio con un bel tatuaggio echeggiante i ben noti campi di colza, non vedo perchè non dovrei spenderne 80 in questa operazione commerciale di pessima fattura. Qualcuno me lo impedisca, vi prego.

TENERE IL MAILORDER DELLA NEUROPA RECORDS FUORI DALLA PORTATA DEI BAMBINI.

E per il prossimo anno, una divertente proposta di reissue dello storco Music, Martinis and Misanthropy


6 commenti:

  1. Questo articolo è splendido!

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  2. Alessandro (viva l'haKagure)25 novembre 2009 alle ore 12:26

    Come amo essere un fan del TotenPop.
    E non avete visto niente, aspettate il 2012 per il decennale di But, What Ends... ogni copia sarà accompagnata da una copia fedelissima in materiale e dimensioni della statua la cui foto compare in copertina.

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  3. Minchia è bellissimo,,,chi ha scritto è seriamente un genio!
    clap clap clap clap
    :)

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  4. La bottiglietta di Martini/totenkompf sarebbe seriamente un'idea. Peccato i Death in June non ci abbiano ancora pensato. Nè tantomeno nessun altro del settore.

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  5. Passo qui per caso, eccellente ironia. Spero tu non abbia acquistato Symbols And Clouds alla fine (grottesco ad essere educati); finalmente però sta per uscire la tanto annunciata biografia

    http://www.tsunamiedizioni.com/index.php?option=com_content&view=article&id=55:tsunami-presenta-death-in-june&catid=39:rokstories-samples

    che mi sembra, almeno, una notizia. Io ho già cercato di prenotare l'edizione con copertina rigida. In marmo.

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  6. Ragazzuole, però Crowleymass non è folk apocalittico, è un pezzo praticamente rap (ascoltare per credere), mentre Against The Modern World è del 1988.

    (scusate l'anonimato, ma non ho un account su questi siti)

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