martedì 16 febbraio 2010

The Dillinger Escape Plan live @ Magnolia, Milano

Andare ad un concerto dei Dilinger Escape Plan è un'esperienza capace di insegnarti un mucchio di cose.

1) Mai andare ad un concerto Math-Core con un cappellino.
2) Mai andare ad un concerto Math-Core se due giorni dopo devi essere vivo e vegeto per fare qualcosa di importantissimo, che so, impegni di lavoro, università, matrimoni, cose così.
3) Sempre mettersi il giacchetto subito dopo un concerto Math-Core.

Arriviamo al Magnolia in situazioni surreali: dopo pacchi, gente strana che dice di venire e non viene e gente strana che non dice di venire e c'è, giungiamo davanti al solito cancellone già gremito di una folla di dimensioni piuttosto notevoli, e la cosa fa sorridere dal momento che sono le nove e mezza.
Qualcuno ha messo in giro la voce che c'è rischio pienone e che oltre una certa soglia di astanti il locale sbarra le porte, così noi pensiamo bene di essere tra i fortunelli che previo gelarsi il culo mezz'ora fuori dal locale vedranno il concerto per intero.
Quanto a me personalmente, ho degli aneddoti teneri a proposito di questo gruppo: quando uscì Miss Machine, anno del signore 2004, io avevo già tra le mani Calculating Infinity masterizzato da un mio vecchio amico di Livorno a cui devo tanto in quanto a cultura musicale (vi dico solo che fu quello che mi illuminò riguardo al fatto che non avevo ragione quando dicevo che i Faith no More erano fighi ma non mi piaceva la voce del cantante perchè per me un vero cantante era solo Bruce Dickinson). Vivevo ancora nell'Uganda musicale di Pisa con i suoi numero UNO negozi di dischi e per scaricare c'era forse un solo timido winmx a 56k che comunque a me non era permesso perchè ho avuto internet in casa ben più tardi, così, per quanto mi fosse arrivata la notizia del secondo disco, non riuscii a procurarmelo immediatamente. Caso volle che poco dopo mi trovai in estate ad Oslo ad omaggiare i miei norvegici parenti, e in un qualche super mega negozio trovai l'agognato cofanetto cartonato verdolino. Al ritorno dal centro città, in auto con mio padre, esplodevo dalla voglia di ascoltare i miei nuovi acquisti e non ci fu verso di risparmiare Panasonic Youth sparata a mille al mio povero genitore, che vidi riprendere colore solo quando cambiai in favore degli Annihilator, che se non sbaglio furono l'altro acquisto della giornata (e insomma, per far si che tuo padre ti ringrazi di avere messo gli Annihilator, devi averla fatta veramente grossa).

Tutto questo per dirvi da quanto era che aspettavo questo concerto. E per giustificare il fatto di essere arrivata al Magnolia con le galline.
Prima dei Dillinger si esibiscono nel palco piccolo tali Hierophant e tali Cubre, apprezzabili (soprattutto i secondi), ma sarò sincerissima nel dire che mi son curata poco di questi due concerti in quanto troppo presa dalla incalzante conversazione ai limiti del nerdismo che ha visto come protagonisti me, Giulia e alcuni nostri amici di last fm, che sono stati a questo giro i nostri compagni della serata (vi ho amati).
Finiti i preamboli, commiato la mia rossa compare, che naturalmente non apprezza i DEP ed è lì solo per farmi le coccole, le lascio le mie carabattole e allego un testamento conoscendo la percentuale di possibilità di non fare mai più ritorno.

Avete presente l'artwork di Miss Machine? Ecco, credo che rispecchi appieno quello che si prova durante uno dei loro concerti.


In realtà, oso quasi dire 'pensavo peggio', nel senso che in anni di onorata carriera posso dire di aver rischiato la vita ai concerti in maniera assai più intensa e comunque eravamo al Magnolia e non a San Siro, ma gli acciacchi che mi sono buscata il giorno dopo fanno da testimoni del fatto che a) Sono vecchia e b) I Dillinger spaccano.
Greg Puciato è naturalmente un faigo della madonna, incarna perfettamente lo stereotipo dell'americano -core pompato e rasato medio e come guizza sul palco iniziano a volare brandelli di carne di persone sotto il palco, oltre che la sua maglietta (strappatasi ad un certo punto!!!) per la giuoia delle astanti.
Si parte col nuovo album, poi Miss Machine come se piovesse e tutto il vecchio repertorio. I Dillinger suonano BENISSIMO, oserei dire perfettamente, dimenandosi come folli e sbriciolando gli strumenti (tra l'altro nuovo batterista - che per inciso avrà 13 anni - notevole), e aizzano il pubblico più vicino alla distruzione dell'ormai stracitato tendone del Magnolia, che a un certo punto si sguara lateralmente con la massa pogante che fuoriesce come 'la cosa' dai lavandini nei vecchi film dai buchi. Io naturalmente non perdo tempo nel tentare di rompermi qualche osso tra le prime file e come già detto mi pento di aver indossato un cappellino, che mi è svolazzato via dalla testa più e più volte e per salvare il quale ho rischiato la vita in più occasioni.

Favoloso l'abuso di bestemmie durante il concerto, tra un pezzo e l'altro l'unico commento che si sentiva aleggiare nell'aria era 'porco dio', un 'porco dio' col punto esclamativo, quello che significa 'cazzo che macchine da guerra questi qui' misto 'cazzo, che figata, è finito un altro pezzo e io sono ancora vivo'.

Il mio personale bottino di guerra annovera, in quanto a contusioni, solo una scarpa nel sopracciglio che mi ha impedito di fare espressioni facciali per un paio di giorni, e un braccio rimasto inattivo per qualche ora dopo un volo fatto a caso a fine concerto come la migliore delle mongoflettiche (del tipo che sono riuscita a salvarmi la pellaccia mentre tutti si pestavano e come ho lasciato un attimo la presa a concerto finito mi sono presa la super lecca dalla massa di babbei lanciatisi in salti olimpionici per accaparrarsi un plettro arrivato dal palco).
Caso vuole però che, uscendo in canottiera e con una temperatura corporea oltre i 57 gradi nel gelo dell'hinterland milanese, il giorno dopo mi sia svegliata con 38 e mezzo di febbre, compromettendo seriamente la mia carriera e tutta una serie di cose che dovevo fare, ma vabbè, per un concerto del genere questo ed altro.
Per ora sicuramente il migliore del 2010, anche se hanno da arrivarne altri di estremamente notevoli.
E ho anche preso la maglia bellissimissima super riot color verde militare, che Dio mi benedica.

1 commento:

  1. beh è stato un cazzo di signor concerto. li avevo già visti due volte (la prima a cesena coi poison the well, la seconda tipo a mezzogiorno di fuoco al gods insieme a meshuggah at the gates carcass e slayer) ma credo che questa volta abbiano dato molto di più: dal vivo erano stati ugualmente spettacolari ma molto più imprecisi nell'esecuzione. Questa volta hanno coniugato bene il tutto ed è stato un successone. C'è anche da dire che gran parte dello spettacolo l'abbiamo fatta "noi", con la facilitazione che nei posti piccoli i concerti hc sono in generale più violenti e divertenti.

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