sabato 26 dicembre 2009

The Zen Circus live @ Baraonda (Ms) - Natale con gli Zen Circus!

Tutto avrei immaginato nella mia esistenza tranne che, alla veneranda età di anni 22 e alla MINIMOMINIMO trentesima partecipazione ad un concerto degli Zen Circus, mi sarei potuta commuovere a vedere i suddetti su un palco.
Qualche tempo fa, al nord, avevo beccato un crogiuolo di quagliette sine coscienza musicale che chiocciavano sul nome dell'ormai celeberrimo trio, parlandone più o meno come io parlo di Mike Patton o di Les Claypool. Quando mi ero pronunziata in merito, raccontando di come gli Zen abbiano accompagnato la mia crescita per motivi di concittadinanza e frequentazione degli stessi posti (anche perchè gli unici), le bimbelle in questione sfoderarono un fan-delirium che non vedevo da diverso tempo, dilettandosi in affermazioni del tipo 'ma se noi ti diamo una maglietta ce la porti autografata?', 'ma tu li conosci di persona? ma che tipi sono?', e via dicendo.
E' stato pazzesco. Perchè gli Zen Circus nella mia testa sono gli Zen ebbasta, e sono tre briai coi capelli unti che si prodigano nell'arte di suonare abusivamente di pomeriggio nelle piazzette varie di Pisa con strumenti acustici e mezzi dozzinali, inneggiando a questa strana entità che chiamano folk punk e facendo da colonna sonora alle prime birre da poche mila-lire dei ragazzetti della città.
Questa è all'incirca la descrizione dei miei tredicianni, momento in cui acquistai il clamoroso 'About Thieves, Farmers, Tramps And Policemen', che era un foglino ripiegato in due con sopra stampato l'Appino vestito da sbirro & altre amenità.
Posto il fatto che io non avessi idea di chi erano i Violent Femmes e quindi non mi accorgessi della VAGHISSIMA ripresa dei loro concetti musicali da parte degli Zen, 4-5 di quei pezzi tutti belli strimpellati e semplicioni erano diventati la colonna sonora dei miei pomeriggi, in concomitanza con la mia partner-in-crime di una vita Livia, e ogni volta che i nostri eroi suonavano in città ci scoppiava il cuore di gioia ed accorrevamo fedelissime a far parte di quelle venti persone che ne erano il pubblico.
Ecco. Poi nel corso degli anni, miGLIoni e miGLIoni di avvenimenti, tra i quali, da parte mia, crescere, scoprire il metallo, abituarmi alla birra senza vomitare ogni volta, farmi i primi fidanzatini, prendere la patente, eccetra eccetra. E da parte degli Zen, uhm, cambiare nome in Zen Circus, cambiare batterista, fare 5-6 (7?) dischi, diventare famosi, suonare con Brian Richie dei famosi Violent Femmes, scoprire le amplificazioni e le distorsioni, andare su mtv, finire in compertina sul Mucchio Selvaggio eccetra eccetra.
Così pian pianino noi abbiamo sdoganato il mito degli Zen come miti inarrivabili in quanto 'grandi' a suon di aperitivi alla tazza d'oro e abbiamo smesso di cagarli perchè hanno iniziato a suonare su dei palchi veri anzichè i selciati casuali di un tempo.
Qualche anno fa andai a vederli a Rebeldia con Brian Richie e all'entrata la punkabbestia puciosa del caso mi chiese i cinqu'euri dovuti per l'evento. Trovai clamoroso il fatto di pagare per vedere gli Zen Circus (a Rebeldia, poi...).
Poi pian pianino i loro concerti son diventati sempre più trendy, coi nerd della scena indie italiana che le san tutte a memoria.
Per nerd della scena indie intendo, uhm, non quell'indie fashion da ciao vado al plastic, no, intendo quello col capello scomposto e la camicia da boscajolo, e gli occhiali con la montatura spessa, ci mancherebbe, e e e un atteggiamento da intelletuale di sinistra moderata misto non so nemmeno che forma abbia una figa, col tascapane a tracolla pieno di numeri del manifesto e del mucchio selvaggio, tabacco e cartine e una simpatia verso le luci della centrale elettrica (un giorno, poi, scriverò un capitolo su quanto io trovi ributtante il signor Luci della centrale elettrica).
La maglietta del gruppo, di norma, è dei Pixies.
Fatto sta che gli Zen ormai scalano le hit parade, fanno i bagni nelle jacuzzi, hanno sette groupie a sera e si sono raffinati un casino, e ve lo giuro, agli esordi stradajoli erano dei marci di proporzioni cosmiche ed è per questo che noi li amavamo, perchè sid vicious era morto e anche se fosse stato vivo di sicuro non l'avremmo visto suonare in largo Ciro Menotti.
Morale della favola, ieri al Baraonda si è festeggiato il consueto Natale con gli Zen Circus, e gli Zen Circus in questione hanno suonato in acustico. Ciò significa che hanno scremato dal repertorio tutti gli episodi di bagnamento cantautoriale di figa minorenne e ci hanno ri-offerto dopo eoni alcuni dei pezzoni del tempo che fu. Così, vedevi i fanz della domenica (ah ah) esaltati su 'figlio di puttana' e io e livia che ci esaltavamo invece da sole gridando UNO MEXICANO CHE ME PUERTA DA TRINCAR/UNO BOLIVIANO CON LA CHICA CHE ME PAR, e devo ammettere che tutto questo m'ha un pò commUOVUTA nonchè fatta sentire vecchia.
Come ha detto Ufo ieri sera, 'l'ho conosciuta che era una pischellina e adesso si laurea', con la mia risposta 'e te invece c'hai quarantasett'anni e stai per accendere un minicicciolo'.

Oh, a questo giro sono stata autobiografica e romantica, lo so, ma mi ci andava di omaggiare con tutto l'orgoglio patriottico un gruppo che seguo veramente da diversi anni.

Ah, altra parentesi uber-nostalgica: non ho accennato al fatto che tutto ciò sia avvenuto all'interno del leggendario BARAONDA di Cinquale - Massa!
Per chi non lo sapesse, il baraonda è stato il teatro dei diciassett'anni di tre quarti di toscani, ha visto il vomito un pò di chiunque, e un pò chiunque ha visto i suoi bagni, che coincidono, anzi, superano il concetto di vomito. Tutti almeno una volta siamo inciampati nelle sue mattonelle scostate mentre ballavamo ubriachi, e sono stata quasi rassicurata nel vedere che seppur dicano da dieci anni circa che lo devono rimodernare sia ancora la stessa identica schifezza di quando ci andavo io. Saran stati 3 anni & oltre che non ci mettevo piede.
E il giorno prima, con Ruben, avevamo ipotizzato la playlist del dopoconcerto cui saremmo andati incontro, ed è stato incredibile notare come sia sempre la stessa da quei buoni 5 anni fa ('non ci posso credere, stanno davvero mettendo tanz der mussolini di nuovo', cit.).

Serata favolosa, Zen acustici favolosi come non erano favolosi da anni, branchi di gente, Baraonda pingue e compagnia gradita.
A parte che a fine serata non ho salutato nessuno perchè gli Zen mi han messa in fuga minacciando di tirarmi un minicicciolo addosso.
Ah, che bella cosa i padri spirituali.

(io ODIO i miniciccioli!)



folk punk-ro-ckers! folk punk ro-ckers!

2 commenti:

  1. C'è più pysanità in questo post che nelle nutrie dell'Arno.

    G.

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  2. C'è tanto di carino in questo post Gnubby, ogni volta che scopri dove sono arrivati gli stronzi dei live della tua infanzia puoi iniziare veramente delle disquisizioni esistenziali pesantissime. Tranne che per me la parola "core" che hai usato nell'ultimo post si può tranquillamente scambiare con folk... ma pzienza ...ciao
    Nikki

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